Quando ‘muore’ una ASD_SSD scioglimento e devoluzione del patrimonio

Quando ‘muore’ una ASD/SSD: scioglimento e devoluzione del patrimonio

Le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) e le Società Sportive Dilettantistiche (SSD) svolgono un ruolo fondamentale nel panorama sportivo italiano, promuovendo attività fisica e valori di aggregazione sociale. Tuttavia, come qualsiasi ente, anche le ASD e le SSD possono giungere al termine della loro vita operativa, sia per decisioni interne sia per cause esterne. In questo articolo, analizzeremo le procedure di scioglimento e le modalità di devoluzione del patrimonio, con un’attenzione particolare ai riferimenti normativi e alle best practice.

Scioglimento di una ASD/SSD: cause e procedure

Lo scioglimento di una ASD o SSD può avvenire per diverse ragioni, tra cui:

  • Delibera dell’assemblea straordinaria dei soci: solitamente richiede una maggioranza qualificata prevista dallo statuto.
  • Raggiungimento dell’oggetto sociale: quando l’obiettivo per cui l’ente è stato costituito è stato realizzato.
  • Impossibilità di perseguire gli scopi sociali: ad esempio, per mancanza di risorse economiche o adesioni insufficienti.
  • Provvedimento dell’autorità competente: in caso di irregolarità gravi o per violazione di norme di legge.
  • Cause previste dallo statuto: ogni associazione o società può stabilire specifici casi di scioglimento.

Procedura operativa di scioglimento

La procedura di scioglimento di una ASD/SSD prevede diversi passaggi obbligatori:

  1. Convocazione dell’assemblea straordinaria: secondo le modalità previste dallo statuto.
  2. Delibera di scioglimento: con la maggioranza richiesta (di solito qualificata).
  3. Nomina di un liquidatore: il cui compito è gestire la fase di liquidazione del patrimonio (solitamente il presidente).
  4. Comunicazioni agli enti competenti: ad esempio, il Registro CONI e l’Agenzia delle Entrate.
  5. Chiusura delle posizioni fiscali: inclusa la chiusura della partita IVA, se presente.

Il ruolo del liquidatore

Il liquidatore ha un ruolo chiave nella gestione della fase finale della ASD/SSD. I suoi compiti includono:

  • Redigere l’inventario dei beni e delle passività dell’associazione o società.
  • Procedere al pagamento dei debiti e alla riscossione dei crediti.
  • Gestire la vendita dei beni residui, se necessario, per coprire eventuali passività.
  • Predisporre il bilancio finale di liquidazione e sottoporlo all’approvazione dell’assemblea.

Devoluzione del patrimonio residuo

Una volta completata la fase di liquidazione, è necessario occuparsi della devoluzione del patrimonio residuo, in conformità alla normativa vigente (verificare i riferimenti presenti nello statuto).

Riferimenti normativi principali

  • Art. 148, comma 8, del TUIR (D.P.R. 917/1986): prevede che il patrimonio residuo debba essere devoluto ad altre associazioni con finalità analoghe o a fini di pubblica utilità, sentito l’organismo di controllo.
  • Codice del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017): nel caso in cui l’ASD o SSD sia iscritta al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), la devoluzione deve rispettare le indicazioni dell’art. 9.
  • Norme specifiche del CONI: per il mantenimento della qualifica sportiva dilettantistica.

Modalità di devoluzione

  • Verso altre ASD/SSD o enti del Terzo Settore: privilegiando enti con finalità similari. Per gli Enti del Terzo Settore, iscritti al registro, la norma prevede che l’associazione chieda preventivamente il parere del RUNTS.
  • Destinazione a fini di pubblica utilità: come enti locali o organizzazioni non profit.
  • Indicazioni dello statuto: se presenti, vanno rispettate purché conformi alla legge.

Patrimonio e beni non devolvibili ai soci

È importante sottolineare che, ai sensi della normativa vigente, il patrimonio residuo non può essere suddiviso tra i soci. Questo principio tutela la natura no profit dell’associazione o società sportiva dilettantistica e garantisce che i beni residui vengano utilizzati per finalità sociali e non per arricchimento personale.

Errori da evitare e sanzioni

Una devoluzione non corretta del patrimonio residuo può comportare sanzioni amministrative e fiscali:

  • Perdita delle agevolazioni fiscali: retroattiva fino a cinque anni.
  • Responsabilità personali dei membri del consiglio direttivo: per eventuali irregolarità.
  • Annullamento dello scioglimento: in casi estremi, con possibili conseguenze patrimoniali.

Le sanzioni previste dal Codice del Terzo Settore (per le ASD-APS)

In caso di violazioni, le sanzioni possono includere:

  • Sanzioni pecuniarie: proporzionate alla gravità dell’infrazione.
  • Revoca dell’iscrizione al RUNTS: con perdita delle relative agevolazioni.
  • Obbligo di ripristino della destinazione del patrimonio: verso enti qualificati.

Conclusione

Il processo di scioglimento di una ASD o SSD è regolato da normative specifiche che mirano a garantire la corretta gestione del patrimonio residuo, evitando abusi e tutelando la finalità sociale degli enti sportivi. Seguire scrupolosamente le procedure previste dalla legge e dallo statuto è fondamentale per evitare sanzioni e assicurare una chiusura corretta e trasparente dell’associazione o società.

Per chi opera nel settore sportivo dilettantistico, è essenziale affrontare il tema dello scioglimento con la massima attenzione e preparazione. Affidarsi a consulenti esperti e mantenere sempre aggiornati gli adempimenti fiscali e amministrativi rappresenta un investimento di sicurezza per tutti i soggetti coinvolti. In caso di dubbi, non esitare a consultare direttamente le normative di riferimento o a richiedere supporto professionale qualificato, per garantire che la devoluzione del patrimonio avvenga nel pieno rispetto delle disposizioni di legge.

Se avete bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto nella gestione delle vostre attività sportive in conformità con la normativa fiscale, non esitate a contattarci. Siamo qui per fornirvi l’assistenza necessaria e aiutarvi a navigare nel complesso panorama fiscale con sicurezza e competenza.