Proroga IVA per lo Sport e il Terzo Settore: novità e opportunità per il 2026

Il governo ha posticipato al 1° gennaio 2026 l’applicazione del nuovo regime IVA per lo sport e il Terzo Settore, precedentemente fissata per il 2025. Questa proroga è stata annunciata per consentire un maggiore adattamento alle nuove regole e per definire criteri differenziati, che agevoleranno soprattutto le realtà più piccole.

Il passaggio al regime di esenzione IVA

La riforma prevede che i corrispettivi per attività istituzionali e sportive, attualmente esclusi da IVA, diventino esenti. Questa modifica non incide sull’importo percepito, ma introduce obblighi come l’apertura della partita IVA, la fatturazione elettronica e la liquidazione periodica dell’IVA.

Impatti sulle associazioni

  • Associazioni sportive dilettantistiche (ASD/SSD): tutte le ASD dovranno dotarsi di partita IVA, anche se operano esclusivamente con finalità istituzionali.
  • Adempimenti aggiuntivi: saranno richiesti la registrazione delle fatture, la dichiarazione annuale e le liquidazioni periodiche.

Le opzioni a disposizione

Gli enti potranno optare per regimi speciali come:

  1. Regime speciale L. 398/1991: permette una gestione semplificata e forfettaria delle imposte, con esonero da diversi adempimenti.
  2. Regime di dispensa dagli adempimenti (art. 36-bis): consente di evitare alcuni obblighi di fatturazione, pur richiedendo la separazione contabile per attività diverse.

Entrambi i regimi includono limitazioni come l’indetraibilità dell’IVA sugli acquisti.

Benefici della proroga

Il rinvio dà un anno in più per:

  • Completare la digitalizzazione;
  • Pianificare una gestione amministrativa conforme;
  • Approfondire i dubbi normativi e definire “paletti” applicativi, inclusi i parametri per distinguere tra piccole e grandi realtà.

Questa estensione, inoltre, permette di considerare con maggiore attenzione l’opinione della Commissione Europea, essenziale per allineare il sistema italiano alle direttive comunitarie.

Conclusione

La proroga rappresenta un’opportunità per ridurre l’impatto della riforma e tutelare le associazioni di minori dimensioni. È importante sfruttare questo tempo per organizzarsi al meglio e valutare le opzioni disponibili, garantendo continuità operativa e conformità alle nuove disposizioni.

Il Comunicato del vice ministro Leo:
“Dal primo gennaio 2025 si deve passare dall’esclusione all’esenzione Iva” per gli enti del terzo settore: “questo crea dei problemi e ne siamo consapevoli e per questo come governo nella prossima legge di bilancio vogliamo prorogare questo ambito di applicazione, quindi rimane ancora un meccanismo di esclusione Iva per il 2025, ma l’obiettivo – questa è la strada – è fissare dei paletti entro i quali si rimane nell’ambito dell’esclusione”.
Lo ha detto il viceministro dell’Economia Maurizio Leo intervenendo all’assemblea della Cia-Agricoltori italiani. “Quindi lasciare l’esclusione per il 2025, ma nel contempo lavorare fissando dei paletti, nel dialogo con che si deve fare con l’Ue”, ha detto Leo, spiegando che in questo dialogo “Fitto avrà un ruolo fondamentale e può essere d’ausilio la sua presenza, in modo che riusciamo a far capire all’Ue che entro un certo tetto possiamo restare nell’ambito dell’esclusione: questo può riguardare soprattutto gli enti cui voi fate riferimento”.
L’Iva, ha spiegato Leo, “è un tributo comunitario, armonizzato, dove non c’è sovranità piena e tutta la normativa deve necessariamente essere conforme alle regole fissate a livello comunitario. Per quanto riguarda il mondo degli enti non commerciali la disciplina era quella dell’esclusione dal campo di applicazione dell’Iva e sono intervenute delle procedure di infrazione Ue, che hanno detto: dovete passare da un meccanismo di esclusione Iva ad un regime di esenzione Iva. L’esenzione Iva comporta che il soggetto è un soggetto passivo Iva: cioè tutta una serie di complessità. Questa procedura di infrazione ha comportato che il legislatore ha dovuto correggere il tiro”.
Fonte: ANSA – 2024-11-29