La comunicazione delle Associazioni

Perché la comunicazione nell’ambito associativo è importante

Qualsiasi sia il settore nel quale si opera, profit o no profit, essere in grado di comunicare chi siamo e cosa facciamo è essenziale. Infatti, se all’esterno non siamo riconoscibili e facilmente individuabili, tutti i nostri sforzi saranno vani.

La comunicazione verbale si è evoluta con l’evolversi del genere umano e nel tempo sono stati individuati diversi mezzi per agevolarla soprattutto nel momento in cui ci si vuole rivolgere ad un pubblico più ampio.La comunicazione sociale delle associazioni

Comunicare è molto importante per le associazioni che lo devono fare internamente per un miglior affiatamento di chi opera e collabora alla realizzazione delle attività, esternamente per evidenziare la propria presenza, i propri principi e la propria utilità sociale.  Al giorno d’oggi, con tutti gli stimoli comunicativi che riceviamo, è importante pianificare e strutturare una comunicazione efficace.

Le “chiavi” per una comunicazione efficace, che crei coinvolgimento, rimandano a due concetti fondamentali:

  • Emozione;
  • Razionalità

Queste due macro-aree, pur concettualmente distanti, trovano una loro fusione in un approccio empatico ed emotivo che permette di catturare l’attenzione e agevolare la memorizzazione del messaggio.

Aumentare i propri associati, divulgare i propri principi e finalità, ed attirare così consenso e supporto, è l’obiettivo che una associazione si prefigge. Ed è proprio questa necessità di divulgazione e comunicazione verso l’esterno che rende necessaria una valutazione dei mezzi a disposizione.

Come primo passo è essenziale individuare i destinatari della comunicazione, avere ben chiaro il messaggio che si vuole veicolare e dare al messaggio la struttura più adatta.

Quali sono i tipi di comunicazione che una associazione utilizza?

La comunicazione istituzionale, con la quale l’associazione rende visibile la propria funzione e mission agli associati, ai media e al pubblico in generale, esplicitando cioè le proprie finalità, cosa l’associazione fa per i propri associati e con quali modalità.

Questa forma di comunicazione ha per obiettivo il consolidamento dell’immagine dell’associazione, il rafforzamento dell’impatto sociale, la creazione di autorevolezza.

La comunicazione di servizio con la quale l’associazione ricorda agli associati scadenze, eventi, appuntamenti e assemblee associative.

La comunicazione interna, rivolta ai soggetti coinvolti direttamente nella gestione e operatività dell’Associazione.

In generale, la comunicazione è tanto più efficace se soddisfa alcuni criteri:

  • Capacità di catturare l’attenzione (immagini, suoni, parola, icona)
  • Capacità di permanere nella memoria (stimolo al ricordo)
  • Capacità di richiamare emozioni (musica, parole, immagini per un richiamo emotivo)
  • Capacità di creare una simbiosi tra il ricevente e l’emittente (riconoscersi nella filosofia di base)
  • Capacità di creare un bisogno (offerta semplice e gratificante)
  • Capacità di rendere accessibile la soddisfazione del bisogno (offerta accessibile).

La comunicazione verso l’esterno, utile per quanto detto prima, non è esaustiva del rapporto tra associazione e associati, potenziali associati e partner associativi, perché per quanto completa e ricca, non potrà mai sostituire il contatto interpersonale. La costruzione della relazione, inizialmente delegata alla comunicazione mediata è importante, ma nell’associazionismo è vitale in contatto personale e diretto.

Quindi, sarà opportuno prevedere e agevolare momenti di contatto e scambio di informazioni face to face. Si possono organizzare open day, ad esempio, piuttosto che momenti conviviali, serate aperte, convegni ed eventi di sensibilizzazione.

Essere costanti nel comunicare a tutti i soggetti interessati

Una comunicazione inadeguata o sporadica spinge gli associati al disinteresse e al rivolgersi altrove.

Non basta quindi “fare”, ma diventa decisivo saper condividere con costanza contenuti, news, calendari, progetti ecc… con i diretti interessati quello che in loro nome “si sta facendo” con costanza in modo da fidelizzarli.

Non si tratta infatti di vendere soltanto prodotti e servizi quanto piuttosto di comunicare tutela, identità, rappresentanza di categoria, formazione, informazione di servizio e, prima di tutto, sistema di valori condivisi.

È evidente, allora, che si tratta di immaginare un vero e proprio processo.  La costanza – nella comunicazione – aiuta a costruire una relazione di fiducia con chi ci ascolta.

Più siamo costanti, più riusciamo a diventare un punto di riferimento affidabile.

Ma come tradurre in pratica quanto fin qui detto?  

Innanzitutto sapere cosa dire. Teoricamente ognuno di noi sa quale messaggio vuole veicolare. Diventa un po’ più difficile se lo si deve strutturare nel tempo.

Allora un consiglio è quello di scrivere, letteralmente scrivere, un piano editoriale con i temi che vogliamo condividere e relativa time line.

È utile decidere cosa scrivere, quando scrivere e dove (su che piattaforma) scrivere.

Per concludere diciamo cosa però non occorre fare in nessun modo: cominciare a comunicare e poi smettere. O peggio ancora, comunicare a singhiozzo!

Chi ci ascolta si stanca, si distrae e non ci accorda più quella fiducia che per noi è preziosa per poterlo “agganciare” nella comunicazione.

Per ulteriori suggerimenti non esitare al 0422-18 33 141 via email a info[@]etspoint.it o tramite il form contatti.