In arrivo l’autorizzazione europea per il fisco del Terzo settore che entrerà a regime a partire dal 2026
Negli ultimi anni, il quadro normativo del Terzo Settore ha subito numerose modifiche volte a garantire maggiore trasparenza e uniformità nella gestione fiscale degli enti non profit. A partire dal 2026, entrerà a regime un’importante novità: l’autorizzazione europea per il fisco del Terzo Settore. Questo provvedimento mira ad armonizzare il trattamento fiscale degli enti del Terzo Settore a livello europeo, garantendo maggiore chiarezza e stabilità alle organizzazioni che operano senza scopo di lucro.
Un passo avanti verso l’armonizzazione fiscale europea
L’autorizzazione europea rappresenta un passo cruciale per il riconoscimento degli Enti del Terzo Settore (ETS) nell’ambito fiscale comunitario. Attualmente, ogni Stato membro dell’Unione Europea applica regimi fiscali differenti per gli enti non profit, creando disomogeneità e incertezze normative per le organizzazioni che operano a livello transnazionale.
Con la nuova normativa, prevista per il 2026, si punta a introdurre un sistema di autorizzazione unica riconosciuta in tutti i Paesi dell’UE. Gli enti che otterranno tale autorizzazione potranno beneficiare di un trattamento fiscale agevolato uniforme, evitando così la frammentazione normativa che oggi rappresenta un ostacolo per le organizzazioni del settore.
Le implicazioni fiscali per gli Enti del Terzo Settore
L’autorizzazione europea porterà con sé diverse implicazioni fiscali per gli ETS. In particolare:
- Detrazioni e agevolazioni fiscali armonizzate: gli enti non profit potranno accedere a regimi di esenzione fiscale comuni a livello europeo, riducendo le discrepanze tra i vari ordinamenti nazionali.
- Maggior trasparenza e controllo: l’autorizzazione comporterà un monitoraggio più stringente sugli enti che beneficiano di agevolazioni fiscali, con l’obbligo di rispettare determinati standard di gestione e rendicontazione.
- Facilitazioni per le donazioni transfrontaliere: i donatori potranno beneficiare di incentivi fiscali standardizzati, favorendo così la raccolta fondi a livello internazionale.
Queste misure contribuiranno a rendere più equo il sistema fiscale per gli ETS e a rafforzare la fiducia degli stakeholder nelle attività del Terzo Settore.
Normativa di riferimento e iter di approvazione
L’autorizzazione europea per il fisco del Terzo Settore si inserisce nel quadro delle direttive comunitarie volte a garantire una maggiore uniformità fiscale tra i Paesi membri. Il regolamento di riferimento è in fase di definizione, ma si prevede che verrà formalmente approvato entro la fine del 2025, con entrata in vigore nel 2026.
In Italia, il nuovo sistema fiscale del Terzo Settore si integrerà con la Riforma del Terzo Settore (D.Lgs. 117/2017), che ha già introdotto importanti novità in materia fiscale e gestionale per gli ETS. Sarà fondamentale comprendere come le nuove disposizioni europee si armonizzeranno con la normativa nazionale, garantendo continuità e coerenza con gli strumenti giuridici già in vigore.
Quali ETS potranno ottenere l’autorizzazione?
L’autorizzazione europea sarà concessa agli enti che rispettano specifici requisiti, tra cui:
- Finalità non lucrative e un chiaro orientamento a favore della collettività.
- Trasparenza nella gestione finanziaria, con obbligo di rendicontazione pubblica.
- Rispetto delle normative nazionali e comunitarie in materia fiscale e contabile.
Gli enti interessati dovranno presentare apposita domanda presso le autorità competenti e dimostrare il rispetto di tali requisiti per ottenere il riconoscimento ufficiale.
Conclusioni: un’opportunità per il Terzo Settore
L’introduzione dell’autorizzazione europea per il fisco del Terzo Settore rappresenta un’opportunità significativa per le organizzazioni non profit, che potranno beneficiare di un sistema fiscale più equo e uniforme a livello comunitario. Tuttavia, sarà fondamentale che gli ETS si preparino per tempo, adeguando le proprie strutture amministrative e contabili per rispettare i nuovi standard richiesti.
Nei prossimi mesi, sarà cruciale monitorare l’evoluzione della normativa e le eventuali disposizioni di attuazione che verranno introdotte a livello nazionale. L’obiettivo è garantire una transizione graduale ed efficace verso il nuovo regime fiscale, assicurando agli enti non profit un quadro normativo chiaro e vantaggioso per il loro sviluppo futuro.
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